Questa è la rubrica “Nel nome del Bicchiere, dello Spirito e della Fantasia” è nata per avvicinare due mondi sempre molto vicini ma quasi mai in contatto, sempre separati da un bancone. Curiosità e risposte a domande che avreste sempre voluto chiedere a chi vi allieta le serate e vi fa svegliare la mattina con grandi mal di testa, persone che non vi ricordate il nome, vestiti ancora addosso e così via.
E te cosa vorresti chiedere al tuo barista?
Nome e provenienza?
Daniele Bertelli, Firenze “un po’ fuori”.
Professione? Cosa ti ha avvicinato a questo mondo?
Barman. Semplicemente a causa del calo dell’industria dell’orificeria e da quando ho 20 anni sono diplomato all’ AIS (associazione ialiana sommelier) e come sommelier mi sono avvicinato al mondo del vino e poi a quello della birra.
Dove lavori e da quanto sei là?
Qua da Diorama da pochissimo, da febbraio, però vengo da un esperienza precedente al Public House, primo locale gestito insieme al mio socio Davide che è rimasto li a gestirlo, mentre io mi sono buttato in questa nuova esperienza.
Il tuo lavoro in 3 parole.
Passione, Sacrificio e Divertimento.
Perché a Firenze? mezzo di trasporto?
“Purtroppo” perché sono nato qua, Firenze é una città bellissima, ma piena di contraddizioni. Per il mezzo di trasporto amo le macchine Vintage, ho una Lancia Fulvia coupé e una Fiat 126.
Il cliente che proprio non riesce a farsi amare?
L’amicone improvvisato, sembra che lo conosci da una vita ed è solo lì da 5 minuti.
Il cliente perfetto esiste?
Sì, il cliente a cui piace bere di qualità.
Sogni una Firenze By night diversa?
Diversa no, sogno che ci siano leggi più concrete e decisioni chiare.
Sogno nel bicchiere?
Il mio sogno al momento è qui, sto realizzando Diorama e spero che sia coronato con la concessione per la pedana esterna dal Comune,visto che ho fatto la richiesta da tempo!
3 cose che la gente non sa sul tuo lavoro?
Prima cosa che non sono un cliente, è divertente vedere persone che a volte non si rendono conto che non sono li a bere. Gestire un locale è un IMPRESA. E che a volte ti può capitare di dover servire persone che non vorresti vedere. Pero fa parte di quello che a me piace fare!
Hai mai avuto un guru o ne hai uno?
Ho conosciuto molte persone che mi hanno inspirato nel mondo del vino, però una figura di riferimento e che mi ha affascinato come modo di lavorare è Fabiano del Cafè Florian.
Ammettilo che cosa non puoi più bere a causa di una sbornia gigante?
In realtà al momento niente, ma ho avuto seri problemi con il vino frizzantino bianco da piccolo e questo ultimo dell’anno che mi sono distrutto con il Fernet.
Quando cominci a capire che un cliente non ne ha proprio più?
Quando ti si presentano al bancone e non riescono più a parlare la loro lingua.
Se dico Shot?
Dico shottiamo, io mi butto sempre sull’amaro Vintage.
Drink raccomandato?
L’ Amara Maionchi una “angry” IPA vol.7,5% tendente all’amaro.
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